domenica 19 agosto 2012

un po di storia


... insomma come dicevamo la vela mi era entrata nel sangue e non mi ha più lasciato.
Ho navigato e parecchio ma sempre su barche altrui, sia come equipaggio che come skipper e negli ultimi anni addirittura come skipper professionista, ma solo nel periodo estivo.
La cosa strana è che (oddio poi tanto strana non é) non ho mai avuto il coraggio di viverla fino in fondo questa passione. Quando ero ragazzo mi è mancato il coraggio in un paio di circostanze, una quando amici mi trovarono un imbarco fisso come marinaio ed io rinunciai perché era una barca a motore (ma poteva essere la porta d’ingresso per il mondo della nautica), l’altra quando rinunciai a fare l’atlantico in equipaggio.
Non ebbi il coraggio di seguire una strada che io pensavo non fosse stata segnata per me. Andare a vela per me era un gioco, ed era inconcepibile, per l'educazione ricevuta, giocare per guadagnare. Ho sempre visto mio padre chino sul banchetto da orafo  senza un sorriso od uno slancio per il lavoro.
Quando avevo, forse, 16 anni mio papà mi portò con sé ed andammo al Circeo da dove, saliti su sulla barca di Dario saremmo andati a Ponza. Lo conoscevo già, anni prima, ero salito sul suo 888 della cbs. Fu una giornata fantastica a bordo del Don Juan, il suo nuovo serenity. Era il 1982, o giù di lì, e di barche all’epoca ne giravono poche, la nautica non era ancora un fenomeno così popolare, il mondo del charter in Italia ancora non esisteva insomma eravamo quattro gatti ops...  quattro barche. Il sole era alto nel cielo, Chiaia di Luna ha la sabbia bianca e l’acqua ha il suo colore cristallino posto meraviglioso. Partimmo nel pomeriggio per rientrare a notte fatta con un temporale che saettava i suoi lampi nel cielo dietro di noi, sembrava giocassimo ad acchiapparella, noi navigavamo verso il porto e lui volava verso di noi. Ormeggiammo ed piegammo le vele nei loro sacchi  ed appena stivate (rolla fiocco e lazy bag erano ancora lontani nel tempo) ci raggiunse con un fragoroso scrosciare d’acqua. Il ricordo di quella giornata mozzafiato è ancora molto alto. Da quel giorno il mio pensiero è stato quello di copiare le orme di Dario, all’epoca lui era un grossista di gioielleria, e, se avessi fatto il suo stesso lavoro, anch’io avrei potuto comprare un barca, bella come la sua, e vivere esperienze come quella più frequentemente. 
Beh ho cominciato a produrre e vendere gioielleria nel 1990. Nel '91, guerra del golfo, cominciano le prime avvisaglie di crisi ed il lavoro non che andasse alla grande... 
il resto ve lo racconto la prossima volta

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